Giobbe 3:6

Capitolo 3

Giobbe si lamenta di essere nato Giob 3:1-10

Giobbe si lamenta Giob 3:11-19

Si lamenta della sua vita Giob 3:20-26

Versetti 1-10

Per sette giorni gli amici di Giobbe rimasero seduti accanto a lui in silenzio, senza offrire un consolidamento; allo stesso tempo Satana assalì la sua mente per scuotere la sua fiducia e per riempirlo di pensieri duri nei confronti di Dio. Il permesso sembra essersi esteso anche a questo, oltre che alla tortura del corpo. Giobbe era un tipo particolare di Cristo, le cui sofferenze interiori, sia nel giardino che sulla croce, furono le più terribili e derivarono in gran parte dagli assalti di Satana in quell'ora di tenebre. Queste prove interiori mostrano la ragione del cambiamento avvenuto nella condotta di Giobbe, dalla completa sottomissione alla volontà di Dio all'impazienza che appare qui e in altre parti del libro. Il credente, che sa che poche gocce di questo calice amaro sono più terribili delle più acute afflizioni esteriori, mentre è favorito da un dolce senso dell'amore e della presenza di Dio, non si sorprenderà nel constatare che Giobbe si è dimostrato un uomo di passioni simili a quelle degli altri; ma si rallegrerà del fatto che Satana è stato deluso e non ha potuto dimostrare che era un ipocrita; infatti, pur avendo maledetto il giorno della sua nascita, non ha maledetto il suo Dio. Senza dubbio Giobbe si vergognò in seguito di questi desideri, e possiamo supporre quale sarà il suo giudizio su di essi ora che è nella felicità eterna.

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